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Bonus Maroni: aumento dello stipendio per chi rimanda la pensione

Il 24 Ottobre 2024 da Cristina - 5 minuti di lettura

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Bonus Maroni 2023

La Legge di Bilancio 2024 ha rinnovato una forma di pensione anticipata chiamata Quota 103, ma allo stesso tempo ha previsto un incentivo per coloro che scelgono di non richiederla. Si tratta del Bonus Maroni, un premio per i lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti, rimandano il pensionamento. Il Mio Bonus ti spiega tutto quello che devi sapere sul Bonus Maroni. Come funziona e quali sono i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalla sua scelta o meno.

Che cos’è il Bonus Maroni?

Il Bonus Maroni consiste in un incentivo per i lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione con Quota 103, rimandano il pensionamento e proseguono l’attività lavorativa.

Non è la prima volta che si sente parlare di Bonus Maroni in ambito pensionistico. Infatti, nel periodo 2004-2007 era in vigore un incentivo simile a quello introdotto quest’anno.

L’obiettivo del Bonus Maroni è quello di mantenere il più possibile i cittadini nel mondo del lavoro, evitando così che il numero di pensionati pesi in maniera eccessiva sulle casse dello Stato.

Ed è così che, per incentivare i lavoratori prossimi alla pensione anticipata, si introduce un premio. Questo si presenta sotto forma di sgravio contributivo pari al 9,19% dei contributi totali. Questo incentivo si traduce, a tutti gli effetti, in un aumento dello stipendio netto del lavoratore.

Bonus Maroni: a chi spetta?

bonus maroni a chi spettaIl Bonus Maroni spetta ai lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per la pensione anticipata Quota 103, ma decidono di ritardare il pensionamento.

Nello specifico, i lavoratori che possono optare per la Quota 103 sono coloro che entro il 31 dicembre 2024 hanno i seguenti requisiti:

  • 62 anni d’età;
  • Decide di lavorare fino al raggiungimento dei 67 anni di età
  • Almeno 20 anni di contributi.

Come funziona il Bonus Maroni?

Il premio per chi decide di ritardare l’uscita dal mondo del lavoro prevede una riduzione del 9,19% dei contributi a carico del lavoratore.

Questo esonero contributivo, in particolare, riguarda i contributi dovuti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti (contributi IVS). Questi comprendono sia la quota a carico del datore di lavoro (23,81%) sia quella a carico del lavoratore (9,19%). Chiaramente, soltanto la parte inerente al datore del lavoro rientra nello sgravio.

Optando per il Bonus Maroni, il datore di lavoro continuerà a pagare la quota contributiva pari al 23,81%. Invece, la quota a carico del lavoratore non verrà versata all’INPS, come avviene di solito, ma verrà corrisposta al lavoratore come parte del suo stipendio.

È per questo motivo che lo sgravio contributivo si traduce in un aumento dello stipendio netto per quei lavoratori che decidono di posticipare la loro pensione, pur avendo i requisiti per accedervi.

Attenzione
Coloro che scelgono di usufruire del Bonus Maroni devono accettare l’importo della pensione maturato fino a quel momento.

Quota 103 e Bonus Maroni

Il Bonus Maroni si rivolge esclusivamente ai lavoratori che potrebbero optare per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro con la cosiddetta “Quota 103”.

Si tratta di una forma di pensione anticipata introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, in seguito alla scadenza della Quota 102 in vigore nel 2022.

Infatti, la Quota 103 permette di andare in pensione ai lavoratori che hanno compiuto 62 anni di età e hanno maturato almeno 41 anni di contributi.

Importante
Sulla base dei requisiti per questo tipo di pensionamento, si stima che nel 2023 il Bonus Maroni potrebbe essere usato da 6.500 lavoratori.

Importo del premio

Lo sgravio contributivo ammonta alla quota del contributo IVS che solitamente viene trattenuto in busta paga, ovvero il 9,19%. Pertanto, per conoscere la cifra esatta del peso che il Bonus Maroni ha sullo stipendio, bisogna conoscere l’importo di quest’ultimo.

Tuttavia, si tratta di una cifra che va ad incrementare in maniera sostanziosa la busta paga del cittadino.

Esempi degli aumenti in busta paga
  • 18.000 euro di stipendio lordo comportano un aumento di circa 330 euro netti al mese
  • 22.000 euro di stipendio lordo comportano un aumento di circa 403 euro netti al mese
  • 30.000 euro di stipendio lordo comportano un aumento di circa 474 euro netti al mese
  • 40.000 euro di stipendio lordo comportano un aumento di circa 632 euro netti al mese
  • Bonus Maroni: come richiederlo?

    Dal 28 giugno 2023 è possibile presentare domanda per ottenere il Bonus Maroni. Attraverso il Messaggio n. 2426 del 28-06-2023, l’INPS spiega le modalità di richiesta.

    Il Bonus Maroni può essere richiesto inviando apposita domanda all’INPS, secondo le tipiche modalità:

    • online, accedendo direttamente a questa sezione, previa autenticazione con SPID, CIE o CNS;
    • contattando il Contact Center al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06164164 (da rete mobile);
    • rivolgendosi a un Ente di patronato.

    Chi sceglie la modalità online, deve accedere al sito web dell’INPS e seguire il percorso;

    1. Pensione e Previdenza;
    2. Domanda di pensione;
    3. Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci.

    Il Bonus Maroni conviene?

    Il Bonus Maroni convieneNon si può rispondere a questa domanda in maniera assoluta. La risposta, infatti, dipende dalla situazione lavorativa e contributiva del cittadino.

    L’aumento dello stipendio del lavoratore può sembrare, in un primo momento, una buona idea dati i risvolti positivi che si vedrebbero nell’immediato. Infatti, con il Bonus Maroni l’aumento dello stipendio è notevole.

    Tuttavia, l’importo dell’assegno pensionistico che spetterà al raggiungimento della pensione di vecchiaia non sarà altrettanto elevato. Questo perché il lavoratore accetta l’importo della pensione maturato alla data della prima scadenza utile per il pensionamento.

    Il suo assegno pensionistico, quindi, si baserà sull’anzianità contributiva conseguita in quel momento e non quella dell’effettiva uscita dal mondo del lavoro.

    Un altro aspetto da prendere in considerazione quando si mettono sulla bilancia tutti i fattori è l’imposizione fiscale. Mentre i contributi non sono tassati, la trasformazione dei contributi in salario netto va ad incrementare il reddito del lavoratore. Aumentandolo, potrebbero cambiare anche le aliquote IRPEF, quindi la tassazione.

    Esperta di bonus e agevolazioni e con esperienza nel mondo della comunicazione. Cristina fa parte del team Il Mio Bonus da ottobre 2022 ed è a vostra disposizione se avete dubbi, domande o curiosità sul tema.


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    La sua richiesta
    • Massimo

      Molti dicono che la pensione poi viene calcolata con l’anzianità contributiva ferma al momento in cui inizia il Bonus Maroni, ma allora che senso ha poter chiedere di non utilizzarlo più in seguito?

      • Cristina

        Buongiorno,
        È vero che con il Bonus Maroni si accetta l’importo della pensione maturato fino a quel momento. Chi sceglie di optare per questa opzione, lo fa per continuare a lavorare ancora per qualche anno, percependo uno stipendio più alto, in quanto non è tassato. Si tratta di una strategia che permette di percepire più soldi, risparmiandoli o investendoli, in un’ottica futura (con la pensione).

        Un saluto!

    • romano

      Buongiorno, quanto tempo dura il bonus Maroni, al termine posso continuare fino ai 67 anni riversando i contributi. Grazie.

      • Cristina

        Buongiorno,
        Il Bonus Maroni vale finché non raggiunge l’età per la pensione ordinaria. Si tratta quindi di un “premio” contributivo, ma l’anzianità contributiva si ferma al momento in cui inizia a percepire questo bonus.

        Un saluto.

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