Pensione: età, requisiti e nuove riforme nel 2024

Il 24 Ottobre 2024 da Cristina - 12 minuti di lettura

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pensioni 2023

Quando ci si avvicina alla fatidica età pensionabile, si inizia a pensare a tutti gli aspetti inerenti alla pensione: come calcolarla, quando richiederla e quali sono i requisiti. Tuttavia, esistono diversi tipi di pensione, oltre alla più famosa pensione di vecchiaia, come la pensione anticipata e la pensione sociale. In questo articolo de Il Mio Bonus scopriremo insieme tutte le informazioni sulla pensione che ti permetteranno di trovare il beneficio che si adatta meglio al tuo caso.

Età e requisiti della pensione in Italia

Per conoscere l’età pensionabile e l’importo della propria pensione, bisogna tenere in conto diversi fattori. È quindi impossibile stabilire delle cifre concrete, in quanto queste variano a seconda del singolo lavoratore.

Tra i fattori da prendere in considerazione ci sono:

  • totale degli anni di contributi versati;
  • anni di contribuzione antecedenti il 1996;
  • anni di contributi dopo il 1996;
  • capitale accumulato nel corso degli anni lavorativi (montante contributivo);
  • età di uscita dal lavoro (in base ai coefficienti di trasformazione);
  • retribuzioni percepite durante la carriera professionale.
Importante
Al giorno d’oggi, i requisiti per poter andare in pensione sono: un’età anagrafica di 67 anni e almeno 20 anni di contributi versati.

Questi due requisiti hanno subito variazioni negli anni sulla base degli adeguamenti alla speranza di vita. Nello specifico, secondo la legge 102 del 2010, ogni due anni i requisiti delle pensioni possono subire un incremento fino a un massimo di tre mesi.

Attenzione
Il 1º gennaio 2019 è stata introdotta una sospensione degli adeguamenti fino al 31 dicembre 2024, in seguito a una variazione negativa della speranza di vita prevista dall’ISTAT. Questa misura vale non solo per la pensione di vecchiaia, ma anche per l’assegno sociale e per la pensione anticipata.

Tipi di pensione

Sulla base delle caratteristiche individuali di ciascuna persona e dell’esperienza lavorativa, si può optare per una pensione diversa dalla classica pensione di vecchiaia.

Pensione ordinaria di vecchiaia

La pensione di vecchiaia è la forma più classica del sistema previdenziale a cui hanno diritto i lavoratori assicurati con la previdenza pubblica obbligatoria.

Dal 2019 al 2024, i requisiti per andare in pensione non subiranno modifiche, per cui l’età pensionabile è fissata a 67 anni (sia per le donne che per gli uomini), purché abbiano accumulato un’anzianità contributiva pari a 20 anni.

Pensione anticipata

Esiste anche la possibilità di andare in pensione prima dell’età pensionabile, se si verificano altri requisiti. Chiaramente, per chi sceglie la pensione anticipata, l’importo da percepire sarà minore dell’importo totale che riceverebbe se aspettassero il raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria.

Ad oggi, i requisiti per la pensione anticipata sono: 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Esistono diversi tipi di pensione anticipata, sulla base delle caratteristiche e delle diverse categorie di lavoratori:

pensione di cittadinanza

  • Pensione anticipata contributiva. È un tipo di pensione anticipata per coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1º gennaio 1996 con il sistema contributivo. Possono richiedere questo tipo di pensione al raggiungimento dei 64 anni e dopo almeno 20 anni di contributi effettivi versati.
  • Opzione Donna. È un’opzione riservata solo alle donne che, entro il 31 dicembre 2021, hanno almeno 58 anni d’età e 35 anni di contributi versati.
  • Ape Sociale. È uno strumento di accompagnamento alla pensione di vecchiaia per quei lavoratori di almeno 63 anni e 30 anni di contributi versati che rientrano in determinate categorie. Ad esempio, le categorie tutelate sono: i lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione involontaria, i caregivers di primo grado, gli invalidi civili e gli addetti a lavori usuranti.
  • Quota 103. Questa tipologia di pensione anticipata, introdotta per l’anno 2023, si rivolge a coloro che, al 31 dicembre 2023, avranno maturato 41 anni di contributi versati e 62 anni d’età.

Assegno sociale

L’assegno sociale (o ex “pensione sociale”) è una forma di pensione per coloro che non possono accedere alla classica pensione di vecchiaia. I motivi per cui un individuo non può accedervi sono diversi: ad esempio, perché non ha mai lavorato o perché a 67 anni non ha maturato i requisiti contributivi per la pensione classica.

L’assegno sociale consiste in un sussidio economico per quei cittadini italiani che, al raggiungimento dei 67 anni d’età, si trovano in condizioni economiche disagiate. Per 

poter richiedere questo aiuto economico si devono verificare specifici requisiti reddituali e residenziali che spieghiamo nel nostro articolo.

Pensione di cittadinanza

La pensione di cittadinanza è una misura di sostegno per le famiglie con più di 67 anni d’età e con membri di età inferiore a 67 anni con condizioni di disabilità grave o non autosufficienti.

Introdotta insieme al Reddito di cittadinanza, condivide diverse caratteristiche e requisiti reddituali, nonché lo stesso obiettivo: aiutare i cittadini disoccupati e in difficoltà economica.

Inoltre, i requisiti reddituali per poter richiedere la pensione di cittadinanza sono i seguenti:

  • ISEE inferiore a 9.360 euro e in corso di validità;
  • patrimonio immobiliare (in Italia e all’estero), diverso dalla propria abitazione, inferiore a 30.000 euro;
  • patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro; questo valore aumenta di 2.000 euro per ogni componente aggiuntivo del nucleo familiare, fino ai 10.000 euro; questi valori sono incrementati di 5.000 euro per ogni componente con disabilità e di 7.500 euro per ogni componente con disabilità grave o non autosufficiente;
  • valore reddituale inferiore ai 7.560 euro annui, moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza; la soglia è incrementata a 9.360 euro annui, sempre moltiplicata per il parametro, nel caso in cui il nucleo familiare abiti in una casa in affitto.
Importante
Nel 2024, l’importo massimo erogato dalla Pensione di Cittadinanza è di 780 euro al mese e il valore è calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare.

Fondo pensione casalinghe

La pensione per casalinghe e casalinghi è una prestazione previdenziale facoltativa, rivolta a coloro che si dedicano alla cura della casa e della famiglia.

Questi cittadini, non avendo diritto ad altre forme pensionistiche derivanti dal lavoro retribuito, possono iscriversi al Fondo Casalinghe ed effettuare un versamento di contributi di almeno 25,82 euro al mese. Così facendo, al raggiugimento dei 57 anni d’età e di 5 anni contributivi, possono fare domanda all’INPS per l’erogazione mensile sulla base dei contributi versati al Fondo

Come funziona se si lavora all’estero?

pensione internazionaleChi ha lavorato all’estero può richiedere la pensione in Italia se ha totalizzato i contributi italiani ed esteri. Questa operazione è definita totalizzazione e consiste nella somma dei contributi versati nei vari Paesi in cui si ha lavorato, per poter ottenere il diritto a questa prestazione.

Per poter usufruire della pensione internazionale, bisogna tenere in considerazione il paese (o i paesi) in cui si ha lavorato. Infatti, la procedura di richiesta cambia qualora l’attività lavorativa sia stata svolta in un paese legato all’Italia da Convenzioni Internazionali o meno.

Per coloro che hanno lavorato in uno o più paesi dell’Unione Europea o in paesi extracomunitari legati da accordi con l’Italia, si parla di pensione in Convenzione Internazionale. La modalità di richiesta di questa tipologia di pensione avviene attraverso il sito web dell’INPS.

Invece, chi ha lavorato in paesi non convenzionati con l’Italia, può effettuare una procedura di riscatto dei contributi per chiedere l’accredito dei periodi contributivi versati all’estero. Per compiere questa operazione, il cittadino italiano deve presentare domanda all’INPS, a titolo oneroso, attraverso un modulo apposito e in riferimento al periodo lavorativo all’estero.

Come calcolare la pensione?

Sistema di calcolo applicato

Il calcolo della pensione non è un’operazione semplice, in quanto dipende da diversi fattori, tra cui il regime a cui si appartiene: retributivo, contributivo o misto.

Il regime pensionistico retributivo tiene conto degli ultimi stipendi percepiti dal lavoratore per il calcolo dell’importo mensile della pensione. Invece, il regime contributivo si basa sul totale dei contributi versati dal lavoratore nell’arco della sua vita lavorativa e sono, poi, convertiti in rendita sulla base dell’età pensionistica.

Fino al 31 dicembre 1995, il sistema in vigore era quello retributivo. Però, si trattava di un sistema molto oneroso per le casse dello Stato e venne quindi sostituito con il sistema contributivo.

Tuttavia, al momento, ci troviamo di fronte a un sistema misto, in quanto siamo ancora in un periodo di transizione che tiene conto degli anni in cui sono stati versati i contributi. Nello specifico, ai lavoratori con almeno 18 anni di età contributiva al 31 dicembre 1995 si applica un sistema retributivo per gli anni antecedenti al 1996 e un sistema contributivo per gli anni successivi al 1996.

Come si può facilmente intuire, data l’età anagrafica e contributiva di coloro che possono andare in pensione al momento, siamo ancora di fronte a un regime pensionistico misto.

Coefficienti di trasformazione

Ogni due anni si verifica la cosiddetta revisione dei coefficienti di trasformazione. Questi ultimi condizionano l’importo finale che scaturisce dal calcolo della pensione.

Cos’è il coefficiente di trasformazione?
Il coefficiente di trasformazione è un valore per il quale si moltiplica il montante contributivo. Il montante è la somma dei contributi che un lavoratore versa negli anni lavorativi. Quindi, il risultato ottenuto varia a seconda dell’età anagrafica e della speranza di vita stabilita dall’ISTAT.

A dicembre 2022 sono stati rivisti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio 2023-2024. Ciò che è emerso è un aumento del valore, compreso tra il 2 e il 3%, al netto di altri fattori.

Questo incremento, dopo anni di riduzioni del coefficiente, è dovuto all’abbassamento della speranza di vita, connessa alla pandemia degli ultimi anni e all’attuale crisi geopolitica.

L’aumento del coefficiente di trasformazione determina un conseguente aumento delle pensioni per chi esce dal mondo del lavoro negli anni 2023 e 2024.
pensionati coniugati

I nuovi valori del coefficiente di trasformazione per il biennio 2023-2024 vengono elencati nella seguente tabella.

Età del pensionamento Coefficiente di trasformazione Variazione
57 4,270% 2,01%
58 4,378% 2,08%
59 4,493% 2,14%
60 4,615% 2,21%
61 4,744% 2,26%
62 4,882% 2,35%
63 5,028% 2,40%
64 5,184% 2,45%
65 5,352% 2,53%
66 5,531% 2,60%
67 5,723% 2,65%
68 5,931% 2,75%
69 6,154% 2,82%
70 6,395% 2,90%
71 6,655% 2,92%
A chi si applicano i nuovi coefficienti di trasformazione?
  • Uscire dal mondo del lavoro dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024
  • Essere iscritti alle gestioni INPS che hanno almeno una parte della rendita pensionistica da calcolare con il sistema contributivo
  • Non essere in possesso di contribuzione o avere meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995
  • Avere almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e anzianità contributive dopo il 31 dicembre 2011
  • Pensione minima in Italia

    La pensione minima è definita come quel sussidio minimo che corrisponde ad ogni cittadino al fine di poter condurre una vita dignitosa.

    Viene assegnato dall’INPS a tutti i titolari di pensione che, data la loro condizione reddituale, riceverebbero un assegno pensionistico inferiore alla soglia definita stabilita come pensione minima.

    Importante
    Nel 2023, la pensione minima sale a 600 euro per gli over 75, mentre per chi ha meno di 75 anni è prevista una rivalutazione straordinaria del 120%, portando l’assegno minimo a 598,61‬ euro.

    A chi spetta?

    La pensione minima, o integrazione al minimo, spetta a tutti i titolari di pensione diretta e indiretta, a prescindere dall’età e dall’anzianità contributiva.

    Vengono, però, esclusi da questa integrazione al minimo coloro che percepiscono la pensione con il sistema contributivo, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1º gennaio 1996.

    Inoltre, alla base del calcolo dell’integrazione al minimo bisogna considerare il reddito dei cittadini, a seconda che siano pensionati single (non coniugati) o pensionati coniugati.

    Un pensionato non coniugato può avere diritto a:

    • un’integrazione completa della pensione, fino a 563,73 euro al mese, se il suo reddito è inferiore ai 7.328,62 euro;
    • un’integrazione parziale se il suo reddito è compreso tra i 7.328,62 e i 14.657,24 euro.
    Il calcolo dell’integrazione parziale si calcola sottraendo dalla soglia massima (14.657,24 euro per i single e 29.314,48 euro per i coniugati) il reddito percepito, e dividendo il risultato per 13 mensilità.

    Come fare domanda per la pensione?

    La domanda di pensionamento può essere presentata all’INPS in diversi modi:

    • online, sul sito web dell’INPS e previa autenticazione con SPID, CIE o CNS;
    • tramite il Contact Center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile);
    • rivolgendosi a un ente di patronato o ad un intermediario dell’Istituto.
    Attenzione
    È importante ricordare che, per effettuare la domanda, è necessario aver già presentato le dimissioni.

    In base a quanto annunciato dall’ente INPS, le tempistiche per l’erogazione del primo assegno pensionistico sono di circa 3 mesi per i dipendenti del settore privato e fino a 8 mesi per i dipendenti del settore pubblico.

    Altre informazioni
    Un documento importante da avere in prossimità della pensione è l’estratto conto certificativo (ECOCERT). Serve ad attestare, in maniera legale, i contributi versati nel corso della vita lavorativa di un cittadino e consente di essere certi della propria situazione per evitare “brutte sorprese” al momento della richiesta del pensionamento. Per sapere come richiederlo all’INPS e riceverlo in tempo, ti invitiamo a leggere il nostro articolo.

    Riscatto di laurea per andare in pensione prima

    Riscatto laurea quando convieneL’INPS mette a disposizione dei cittadini una possibilità per andare in pensione prima, attraverso il raggiungimento del requisito contributivo.

    Si tratta del riscatto di laurea, ovvero la conversione degli anni di studi universitari in anni contributivi, utili per il pensionamento.

    Attraverso questa modalità, vengono riconosciuti i titoli universitari come anni di contributi versati, in modo da aggiungere 3 o 5 anni alle contribuzioni richieste per andare in pensione.

    Importante
    Trattandosi di un’operazione a pagamento, vi è anche la possibilità di optare per il riscatto di laurea agevolato. Si tratta di una modalità vantaggiosa dal punto di vista economico, ma che presenta un criterio da rispettare: l’applicazione del calcolo secondo il sistema contributivo.

    Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA)

    Per i contribuenti prossimi alla pensione, esiste la possibilità di anticipare questo trattamento per percepire un sostegno finanziario. Si tratta della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), uno strumento per accedere in maniera temporanea alla somma accumulata nel proprio Fondo di previdenza integrativa.

    Possono accedere alla RITA coloro che hanno compiuto 62 anni e che quindi raggiungeranno la pensione di vecchiaia entro 5 anni. Inoltre, devono aver cessato l’attività lavorativa ed essere iscritti ad un fondo di previdenza integrativa per almeno 5 anni.

    Grazie alla RITA, coloro che desiderano uscire in anticipo dal mondo del lavoro, possono optare per questa possibilità. Inoltre, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata è uno strumento efficace per coloro che sono stati licenziati e sono prossimi alla pensione. Questi soggetti, infatti, farebbero fatica a reinserirsi nel mondo lavorativo alla loro età.

    Esperta di bonus e agevolazioni e con esperienza nel mondo della comunicazione. Cristina fa parte del team Il Mio Bonus da ottobre 2022 ed è a vostra disposizione se avete dubbi, domande o curiosità sul tema.

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