Diventare un lavoratore autonomo è una scelta importante a livello lavorativo. Le responsabilità sono tante e anche gli adempimenti burocratici e legali. Tra le procedure da compiere all’inizio di questo percorso c’è l’apertura della Partita IVA. È necessario aprire una Partita IVA? Come si fa? È normale avere tanti dubbi all’inizio! Il Mio Bonus ti offre una guida completa su come aprire una Partita IVA. Ti presentiamo i costi da sostenere e quando è necessario averla per essere in regola.
Indice
Cos’è e a cosa serve la Partita IVA?
La Partita IVA è la scelta decisiva che prendono i lavoratori nel momento in cui la loro attività professionale autonoma diventa seria e continuativa. Pertanto, non si tratta di una decisione semplice e gli adempimenti richiesti sono molteplici.
Nonostante ciò, aprire una Partita IVA non è un’operazione così difficile come si tende a pensare. È, però, fondamentale conoscere tutti gli step da seguire e le implicazioni che porta con sé la titolarità di una Partita IVA.
Di conseguenza, la Partita IVA è lo strumento attraverso il quale il lavoratore autonomo riesce a svolgere correttamente la propria attività e a gestirne le operazioni.
Controllare la Partita IVA è una procedura che, spesso, aziende e professionisti fanno prima di iniziare a lavorare con un cliente. Questa operazione serve a verificare l’esistenza di tale attività e di conseguenza ad evitare frodi. Infatti, soltanto con il possesso della Partita IVA il soggetto economico verserà l’imposta sul valore aggiunto.
Per verificare l’esistenza di una Partita IVA è sufficiente collegarsi al sito web dell’Agenzia delle Entrate, a questo link, e inserire il numero da verificare. Se la Partita IVA esiste, verranno restituite una serie di informazioni burocratiche.
Quando è obbligatorio aprire Partita IVA?
L’apertura di una Partita IVA comporta una serie di costi e obblighi. Per questo motivo, è importante essere sicuri che si tratti di una scelta conveniente sulla base dell’attività che si intende svolgere.
Nello specifico, l’obbligatorietà sussiste se l’attività svolta è di tipo:
- professionale: rappresenta il proprio lavoro;
- non esclusivo: non esiste un unico committente o un rapporto di subordinazione con un datore di lavoro;
- continuativo: viene svolta in modo abituale e con costanza nel tempo.
Invece, se l’attività lavorativa è di tipo sporadico e i guadagni annuali non superano i 5.000 euro, allora si potrebbe rientrare nella categoria dei lavoratori autonomi occasionali.
Non avendo la Partita IVA, il lavoratore occasionale deve emettere una ricevuta non fiscale con ritenuta d’acconto del 20%, al posto della fattura.
Come aprire Partita IVA: gli step da seguire
Aprire una Partita IVA, in realtà, è un’operazione semplice, che può essere svolta in autonomia o affidandosi ad un intermediario. Infatti, le modalità a disposizione sono:
- in autonomia e in modalità online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
- in autonomia, ma recandosi personalmente agli uffici dell’Agenzia delle Entrate;
- tramite raccomandata A/R da inoltrare all’Agenzia delle Entrate;
- tramite un commercialista o un Centro di Assistenza Fiscale (CAF).
Per prima cosa, è necessario essere muniti di una casella di Posta Elettronica Certificata (o PEC) per iniziare la procedura di apertura della Partita IVA.
In seguito, occorre individuare il codice ATECO corretto in base alla propria attività. La scelta di questo codice determinerà anche le imposte da versare. Il sito dell’ISTAT mette a disposizione un elenco aggiornato con tutti i codici ATECO esistenti per poter effettuare una scelta giusta.
La scelta del regime fiscale
Oltre al codice ATECO, bisogna scegliere anche il tipo di regime contabile: forfettario oppure ordinario. Questa scelta determina le tasse da pagare annualmente, oltre agli obblighi contabili da rispettare.
Regime forfettario
Il regime forfettario è un regime contabile agevolato, che spetta alle Partite IVA con un fatturato inferiore a 85.000 euro annui.
Con questo regime, la base imponibile viene stabilita unicamente dal codice ATECO, al quale corrisponde un coefficiente di redditività.
Le caratteristiche del regime forfettario, inoltre, sono le seguenti:
- tassazione ridotta del 15% (o 5% per i primi 5 anni di attività);
- esenzione dall’IVA;
- se si superano i 25.000 euro di fatturato, la fatturazione elettronica diventa obbligatoria;
- non si possono dedurre e detrarre le spese sostenute.
Regime ordinario
D’altra parte, il regime ordinario prevede delle spese di gestione superiori, motivo per cui viene applicato a partire da una certa soglia di fatturato.
Con questo regime, le imposte IRPEF da pagare vengono calcolate a partire da scaglioni, quindi in base al reddito percepito durante l’anno. In questo caso, l’IRPEF va da un minimo del 23% a un massimo del 43%.
Moduli per apertura Partita IVA
La richiesta della Partita IVA ha luogo con l’invio all’Agenzia delle Entrate di un modulo compilato, che varia a seconda della posizione lavorativa in cui ci si trova:
- modello AA9/12 per le persone fisiche;
- modello AA7/10 per le società e i soggetti diversi da persone fisiche.
Posizione previdenziale all’INPS
L’ultimo step da compiere per concludere il processo di apertura della Partita IVA è l’iscrizione ad una cassa previdenziale per il versamento dei contributi e all’INAIL per l’assicurazione obbligatoria.
Nella maggior parte dei casi, il lavoratore autonomo si iscrive alla Gestione separata INPS. Se, invece, la professione possiede una specifica cassa previdenziale, allora l’iscrizione avverrà alla cassa previdenziale di categoria.
Quanto costa aprire una Partita IVA?
L’apertura della Partita IVA di per sé è gratuita. Questa affermazione, però, è completamente vera solo per i liberi professionisti.
Invece, nel caso delle ditte individuali, è necessario sostenere una serie di costi iniziali per l’iscrizione obbligatoria alla Camera di Commercio. Questo passaggio è fondamentale per la successiva iscrizione al Registro delle Imprese.
Pertanto, i lavoratori autonomi che svolgono la propria attività sotto forma di impresa devono sostenere i seguenti costi:
- iscrizione alla Camera di Commercio;
- diritti di segreteria;
- imposta di bollo di 17,50 euro;
- diritto camerale annuale.