Il settore dell’ educazione e dell’ istruzione in Italia offre molteplici opportunità per tutti quelli che aspirano a una carriera nell’ insegnamento. Diventare docente è solo una parte di quelli che possono essere i possibili lavori da fare in Italia, richiede una solida preparazione accademica, una dettagliata comprensione del mondo dell’ insegnamento e dei requisiti normativi. In questa guida, esploreremo i passaggi necessari per poter intraprendere una carriera nell’ insegnamento in territorio italiano.
Concorso scuola in Italia: le regole
L’ insegnamento in Italia è regolato dalla legge 79/2022, che ha apportato una serie di cambi rispetto all’ ordinamento presente in precedenza. Questo è il motivo per cui sono presenti una serie di eccezioni che tengono conto delle persone che sono entrate nel processo di selezione prima del 2022.
Ci sono diversi modi per diventare insegnante, la prima differenza da applicare è per il tipo di scuola in cui si vuole insegnare, sono infatti diversi i requisiti e le regole che si applicano se si vuole entrare a insegnare nella scuola primaria, secondaria o per essere docenti ITP (Insegnanti Tecnico Pratici), ovvero i tecnici di laboratorio
Concorso docenti di scuola primaria e secondaria: cosa c’è da sapere:
Per iniziare la propria carriera da insegnante è necessaria una laurea. Per la formazione primaria, ovvero per la scuola elementare la laurea in questione è quella di Scienze della Formazione, che si riconosce dal codice LM-85bis e il completamento di un tirocinio. Per la formazione secondaria invece, ovvero quella che comprende la scuola media e la scuola superiore, è necessaria una laurea magistrale (detta anche specialistica) con una classe di laurea che sia quella richiesta dalla classe del concorso.
Ogni concorso è aperto a una serie di classi, ovvero codici usati dal MIUR per riconoscere i diversi corsi di laurea. Ogni classe è associata a un tipo diverso di insegnamento, ma molte classi coincidono negli stessi insegnamenti. Ancora non è chiaro?
Sembra complicato, ma è molto semplice. Con questa distinzione una persona laureata in Fisica potrà non solo insegnare la materia per cui si è laureato, ovvero essere docente di Fisica, ma potrà insegnare anche Matematica. Allo stesso modo, una persona laureata in Psicologia a scuola potrà insegnare, oltre che ovviamente a Psicologia, Filosofia, Storia e Scienze Umane.
Questi dati sono riportati sono a titolo esemplificativo, dato che le classi di concorso cambiano con la legge. Possono essere consultati nei bandi di ogni concorso.
Il conseguimento della laurea è un fattore necessario ma non sufficiente per diventare insegnante. Infatti, solo il titolo i studio non vale la pena per accedere all’ insegnamento. Ci deve infatti essere una correlazione tra i CFU conseguiti e quelli richiesti per l’ ammissione a un certo concorso.
È molto importante la costruzione di un piano di studi adeguato, perché la mancanza di un solo credito potrebbe precludere l’ accesso a una determinata classe di concorso.
I 60 CFU, il nuovo passo per diventare insegnanti
Un altro aspetto fondamentale per poter accedere all’ insegnamento nelle scuole secondarie è il conseguimento di 60 CFU. Il 60 CFU (Crediti Formativi Universitari) sono parte di una riforma entrata in vigore con la legge n.36 del 30 aprile 2022.
Questi crediti devono essere conseguite nelle discipline antropo-psico-pedagogiche che, brevemente, aiutano gli insegnanti nella loro formazioni iniziali. È una novità rispetto alla legge precendente, risalente al 2017, dove si prevedevano 24 CFU.
I 60 CFU sono composti come segue:
- 20 CFU che fanno capo al Tirocinio
- 16 CFU in “Didattiche delle discipline e metodologie delle discipline di riferimento” (che fanno riferimento alle classi di concorso)
- 4 CFU in “Discipline psico-socio-antropologiche
- 3 CFU in “Formazione inclusiva delle persone con BES”
- 3 CFU in “Fiscipline di area linguistico-digitale”
- 2 CFU in “Discipline relative all’ acquisizione di competenze nell’ ambito della legislazione scolastica”
- 2 CFU in “Metodologie didattiche. Introduzione ai modelli di mediazione didattica per la secondaria”
Questi CFU sono fondamentali per poter ottenere l’ abilitazione che, una volta ottenuta, apre le porte al docente a poter partecipare ai concorsi annuali, che sono lo step per poi poter passare di ruolo nelle scuole del Paese.
Per il 2025 è previsto che anche i TFA di sostegno (Tirocinio Formativo Attivo) debbano avere 60 CFU. Una volta conseguita la laurea e i 60 CFU, sarà il momento del concorso.
NB: le persone che hanno svolto 3 anni di servizio, o che hanno ottenuto 24 CFU dell’ ordinamento precedente all’ attuale, possono fare un percorso alternativo di 30 o 36 crediti, a seconda dei casi
Come funziona il concorso per i docenti?
Il concorso che avverrà nel 2024 è una prova scritta, al computer, che consiste in un test di 50 quesiti a risposta multipla in un lasso di 100 minuti (un’ ora e quaranta minuti). Gli argomenti trattati saranno:
- Quesiti di ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico.
- Conoscenza della lingua inglese e le competenze digitali.
Una volta superata la prova scritta, è prevista una prova orale, nella quale si verificherà la conoscenza del candidato sulla disciplina per la quale sta applicando al concorso, delle competenze didattiche generali, della capacità di progettazione didattica. Quest’ ultima farà particolarmente leva sulle conoscenze del candidato dell’ uso di computer e i dispositivi multimediali presenti il classe.
Per ultimo, sempre nella prova orale è previsto un test didattico che consiste in una lezione simulata.
In breve, ecco un riassunto del processo visto fino ad ora per poter iniziare la carriera nel mondo dell’ insegnamento:
- Conseguimento della laurea
- Partecipazione ai 60 CFU
- Superamento del concorso di insegnamento
- Finalizzazione dell’ anno di prova in servizio, con esame e valutazione finale
È importante sapere che...
A differenza di altri anni, il superamento del concorso implica l’ ottenimento, in maniera automatica, dell’ abilitazione.
Il conseguimento della laurea, ottenere l’ accesso alla classe di concorso e il conseguimento dei 60 CFU sono
aspetti necessari ma non sufficienti per essere insegnante. Lo sono in caso di supplenza.
Una volta superato il concorso si entra a far parte di una graduatoria, che è composta dal numero dei partecipanti messi al posto dai bandi dipendendo dalla regione a cui fa riferimento il concorso. Esistono, a parte, delle graduatorie specifiche per le supplenze, dedicate a laureati e lavoratori precari. I requisiti per poter entrare in queste graduatorie sono fissati nelle ordinanze ministeriali.