Un’importante novità entra in vigore a partire del 6 Febbraio 2024 per i lavoratori dipendenti. Si tratta del trattamento integrativo, uno sgravio fiscale destinato ai lavoratori con uno stipendio mensile sotto una certa soglia. In questo modo, vengono ridotti i contributi a carico dei dipendenti: di fatto, questo si traduce in un aumento dello stipendio netto. Il Mio Bonus ti offre una guida completa e aggiornata sul Bonus in busta paga per i lavoratori dipendenti e poter ottenere i 100 euro del bonus.
Indice
Cos’è il trattamento integrativo?
Il trattamento integrativo (chiamato anche Bonus dipendenti, ex Bonus Renzi) consiste in uno sgravio contributivo applicato allo stipendio dei lavoratori nella busta paga.
Questo contributo, introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 e incluso del Decreto Lavoro 2023, non è un vero e proprio bonus. Si tratta, invece, di un taglio del cuneo fiscale che porterà ad un aumento dello stipendio netto.
Nella pratica, il taglio cuneo fiscale comporta un aumento dello stipendio nella busta paga dei lavoratori dipendenti. Nello specifico, questo aumento ha luogo a partire dal mese di luglio e durerà per tutto il 2024.
Per il Bonus busta paga, il Decreto Lavoro 2023 ha previsto lo stanziamento di 4.064 milioni di euro per l’anno 2023 e di 992 milioni di euro per l’anno 2024.
Infatti, il Governo ha confermato il Bonus busta paga anche per quest’ anno 2024. Questo significa che il taglio del cuneo fiscale continuerà anche per il prossimo anno e non cambierà forma. La novità consentirà un importante aumento dello stipendio che, a differenza del 2023, riguarderà l’intero anno.
Trattamento integrativo: a chi spetta?
Il trattamento integrativo spetta a tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati. In particolare, i requisiti per accedervi sono i seguenti:
- ricevere la busta paga nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2024;
- aver instaurato un rapporto di lavoro dipendente, compresi quelli di apprendistato;
- percepire un reddito imponibile non superiore a 28.000 euro annui (2.333 euro mensili).
Come funziona il trattamento integrativo per i lavoratori dipendenti?
Il trattamento integrativo è previsto dal 1° luglio e sarà valido fino alle busta paghe relative al 31 dicembre 2023. Pertanto, le nuove aliquote vengono visualizzate a partire dalla mensilità di luglio 2023.
Prima dell’introduzione del trattamento integrativo , i contributi a carico del lavoratore dipendente erano pari al 9,19% dello stipendio lordo. Per i dipendenti pubblici, invece, la percentuale scendeva a 8,80%.
Nello specifico, i contributi oggetto del taglio sono i cosiddetti contributi IVS (indennità, vecchiaia e superstiti). Si tratta di quei contributi a carico del lavoratori, i quali sono tenuti a versare all’INPS per finanziare gli eventi di inabilità al lavoro, vecchiaia o morte.
Grazie al taglio del cuneo fiscale che avrà inizio dal 1° luglio, i contributi previdenziali verranno ridotti. La riduzione, tuttavia, varia a seconda della retribuzione mensile di ciascun lavoratore.
Infatti, per il taglio del cuneo fiscale sono stati predisposti due diversi scaglioni di sgravi, ovvero:
- -6% di contributi a carico dei lavoratori che percepiscono uno stipendio lordo mensile compreso tra 1.923 e 2.692 euro (maggiorato a dicembre per la tredicesima);
- -7% di contributi a carico dei lavoratori che percepiscono uno stipendio lordo mensile inferiore a 1.923 euro (maggiorato a dicembre per la tredicesima).
Taglio cuneo fiscale: di quanto aumentano gli stipendi?
Trattandosi di una percentuale applicata alla retribuzione mensile, l’aumento previsto dal Bonus busta paga diminuisce al diminuire dello stipendio.
La seguente tabella mostra gli aumenti a seconda della fascia di stipendio:
Stipendio lordo annuo | Percentuale di contributi | Aumento mensile |
Fino a 10.000 euro | 2,19% (-7%) | 44,92 euro |
Fino a 15.000 euro | 2,19% (-7%) | 67,38 euro |
Fino a 20.000 euro | 2,19% (-7%) | 76,82 euro |
Fino a 25.000 euro | 2,19% (-7%) | 96,03 euro |
Fino a 30.000 euro | 3,19% (-6%) | 90,49 euro |
Fino a 35.000 euro | 3,19% (-6%) | 98,56 euro |
Trattamento integrativo: casi in cui non spetta lo sgravio
Il taglio del cuneo fiscale, e quindi il trattamento integrativo, spetta in tutti quei casi in cui il lavoratore ha dei contributi da versare. Pertanto, trattandosi di uno sgravio contributivo, non si applica nelle casistiche in cui non siano previsti contributi.
Nello specifico, i casi in cui lo sgravio contributivo non si applica sono i seguenti:
- permessi retribuiti e congedo straordinario previsti dalla Legge 104. In questo caso, l’INPS si fa carico dei contributi dovuti (contribuzione figurativa);
- indennità di malattia. Anche qui, il dipendente non deve versare contributi.
Invece, in caso di ferie e di permessi retribuiti (al di fuori della Legge 104) sia la retribuzione che la contribuzione da parte del lavoratore continuano ad avere luogo. Dovendo continuare a versare i contributi, anche lo sgravio si applica.
Trattamento integrativo: come ottenerlo?
Per ottenere il Bonus busta paga 2023, i lavoratori dipendenti non devono fare nulla. Invece, sono i datori di lavoro, in qualità di sostituti d’imposta, a dover seguire le istruzioni fornite dall’INPS sul taglio del cuneo fiscale e la valorizzazione dei codici di conguaglio.
Per questo motivo, sono le aziende ad avere la responsabilità di conteggiare e includere correttamente i contributi da trattenere dallo stipendio lordo dei dipendenti.
Successivamente, in fase di conguaglio IRPEF (di solito, a dicembre), le aziende devono verificare se il bonus è stato applicato correttamente. In caso di aver ricevuto in maniera erronea il contributo, allora il datore di lavoro deve recuperare l’importo erroneo. Viceversa, il datore di lavoro deve versare gli arretrati per i mesi in cui non aveva versato il bonus al lavoratore.
Bonus dipendenti pubblici
La Legge di Bilancio aveva previsto un bonus per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Inizialmente, doveva trattarsi di un bonus mensile, erogato direttamente in busta paga a partire da gennaio 2023.
Tuttavia, quel contributo non è arrivato in tempo e finalmente ad agosto 2023 verrà erogato, con gli arretrati (da gennaio a luglio). Da settembre a dicembre, invece, verrà versato mensilmente in busta paga.
A chi spetta il Bonus dipendenti pubblici?
Il Bonus una tantum dipendenti pubblici spetta ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, con cariche sia dirigenziali che non dirigenziali.
Nello specifico, l’aumento dello stipendio arriva ai dipendenti pubblici delle seguenti aree e comparti:
- comparto Funzioni Centrali;
- comparto Funzioni Locali;
- Presidenza del Consiglio dei Ministri;
- comparto Istruzione e Ricerca;
- comparto Sanità;
- comparti Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico;
- carriera Diplomatica;
- carriera Prefettizia.
Bonus dipendenti pubblici: a quanto ammonta?
Il Bonus dipendenti pubblici prevede un aumento dell’1,5% dello stipendio. Pertanto, si tratta di una cifra che varia a seconda del comparto, del livello di anzianità e della figura professionale.
A questo proposito, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato le tabelle con il valore del bonus facendo la distinzione tra i diversi comparti.