Famiglia

Indennità per morte: l’assegno in caso di decesso prima della pensione

Il 5 Aprile 2024 da Cristina - 7 minuti di lettura

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Indennità per morte 2023

Quando un familiare non pensionato muore, i superstiti devono farsi carico di una serie di pratiche burocratiche. Infatti, oltre a superare l’inevitabile dolore causato dalla perdita, spesso devono mettere in moto azioni per contrastare le difficoltà economiche che scaturiscono da tale triste evento. Tra queste pratiche, troviamo la richiesta della pensione ai superstiti, anche conosciuta come pensione indiretta. Ma cosa succede se il deceduto non aveva maturato i requisiti per richiederla? In questo caso, si parla di indennità per morte, che varia a seconda del sistema retributivo applicato al lavoratore defunto. Il Mio Bonus ti offre una guida completa sull’indennità di morte nel 2023: quali sono gli importi e i metodi di calcolo, come richiederla e a chi spetta.

Quali sono le pensioni in caso di morte prematura?

La morte di un familiare prevede che i familiari superstiti ricevano una somma di denaro sulla base dei contributi che la persona aveva versato quando era in vita. Chiaramente questo vale nel caso di cittadino lavoratore assicurato presso l’INPS.

Il discorso è molto più semplice quando la persona deceduta percepiva già la pensione. In tal caso, il/la coniuge riceve la cosiddetta pensione di reversibilità.

Altre informazioni
Se vuoi sapere di più sulla pensione di reversibilità, non puoi perderti l’articolo sul sito de Il Mio Bonus.

Tuttavia, può verificarsi il decesso prima della pensione. In questo caso, non percependo la pensione di vecchiaia, i familiari devono richiedere allo Stato un aiuto diverso.

A questo proposito, si parla di pensione indiretta quando il deceduto lavorava e aveva maturato dei requisiti contributivi specifici.

Altre informazioni
Per conoscere i requisiti e il funzionamento della pensione indiretta, ti rimandiamo alla lettura dell’articolo dedicato.

E se il deceduto non aveva i requisiti per la pensione indiretta? Se il lavoratore muore prima della maturazione dei requisiti contributivi per la pensione indiretta, allora agli eredi rimane un aiuto economico.

Si tratta dell’indennità di morte, una prestazione economica una tantum che spetta ai familiari e che può assumere due forme diverse a seconda della posizione assicurativa del deceduto.

Infatti, la prestazione pensionistica varia sulla base di due fattori:

  • la data di inizio dell’attività lavorativa, se prima o dopo il 1996;
  • gli anni contributivi maturati.

Invece, si applica il sistema contributivo se il lavoratore aveva iniziato l’attività lavorativa a partire dal 1° gennaio 1996.

Indennità per morte ai superstiti

L’indennità per morte ai superstiti è prevista quando il deceduto aveva iniziato a lavorare e versare contributi prima del 1º gennaio 1996. A questi lavoratori, infatti, si applica il sistema di calcolo retributivo o misto.

Cos’è il sistema retributivo o misto?
Il sistema retributivo è quel sistema di calcolo applicato ai lavoratori con almeno 18 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 1995. Si tratta di un sistema vantaggioso perché tiene in conto la media degli stipendi degli ultimi anni di lavoro e l’anzianità lavorativa. Con la Riforma Dini del 1995, è stato applicato il sistema misto per i lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. A questi ultimi verrà applicato il calcolo retributivo fino al 1995 e quello contributivo per i periodi successivi.
Importante
Affinché i familiari possano richiedere questo aiuto, la persona deceduta doveva aver versato almeno un anno di contributi nei 5 anni precedenti alla morte.

Indennità una tantum ai superstiti

L’indennità una tantum ai superstiti è stata introdotta in seguito alla Riforma Dini e spetta agli eredi dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. A questi soggetti, infatti, viene applicato il sistema contributivo.

Cos’è il sistema contributivo?
Il sistema contributivo è un sistema di calcolo applicato ai lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 1996. Introdotto con la Riforma Dini del 1995, è un metodo più penalizzante in quanto prende in considerazione tutti i contributi maturati nel corso della vita lavorativa, rivalutati sulla base di un tasso, denominato “montante contributivo”.
Importante
Questo aiuto economico può essere richiesto dai familiari superstiti che non hanno redditi per infortunio sul lavoro o malattia come conseguenza alla morte del lavoratore.

Indennità ai superstiti: a chi spetta?

Indennità ai superstiti a chi spettaPer quanto riguarda i beneficiari dell’indennità ai superstiti, anche in questo caso bisogna fare una distinzione a seconda della tipologia applicata al lavoratore defunto.

In particolare, ciascun aiuto spetta ai seguenti soggetti:

  • l’indennità per morte può essere richiesta solo dal coniuge o, in sua assenza, dai figli. Se mancano entrambi, non spetta a nessun altro parente;
  • l’indennità una tantum spetta ai diversi parenti superstiti, secondo le stesse regole previste dalla pensione indiretta, ovvero:
    • coniuge (anche separato o divorziato). Nel caso di coniuge divorziato, solo se era titolare dell’assegno divorzile, non si è risposato/a e il rapporto assicurativo era iniziato prima dello scioglimento del matrimonio;
    • figli, che al momento della morte del genitore siano minorenni, inabili (senza limiti di età), studenti (fino ai 21 anni) o studenti universitari (fino ai 26 anni);
    • nipoti, se conviventi con il/la nonno/a e sussiste l’accertata impossibilità per il padre o la madre di mantenerli;
    • genitori over 65, se non sono titolari di pensione e sono a carico della persona deceduta;
    • fratelli celibi e sorelle nubili, se inabili al lavoro, a carico del defunto e non titolari di pensione.
    Attenzione
    L’ordine dei familiari aventi diritto per l’indennità una tantum serve a chiarire che il primo beneficiario è il coniuge. In sua assenza, l’indennità spetta ai figli. Se mancano entrambi, allora essa va ai genitori, e così via.

    Come calcolare l’indennità per morte ai superstiti?

    Anche l’importo di questa prestazione economica varia a seconda del calcolo che veniva applicato al lavoratore, misto o contributivo.

    Sistema retributivo o misto

    L’indennità per morte ai superstiti si basa sul sistema di calcolo retributivo o, più comune, misto.

    In questo caso, l’importo dell’indennità è pari a 45 volte l’importo dei contributi che il lavoratore ha versato quando era in vita.

    Importante
    Questo assegno va da un minimo di 22,31 euro a un massimo di 66,93 euro.

    Sistema contributivo

    L’indennità una tantum ai superstiti, invece, viene calcolata in un modo diverso in quanto si applica ai lavoratori con il sistema contributivo. Quindi, si riferisce a coloro che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1996.

    L’importo si calcola a partire dall’importo dell’assegno sociale, moltiplicato per gli anni di contributi versati dal defunto.

    Esempio di calcolo dell’indennità una tantum
    Nel 2022 l’assegno sociale ammonta a 468,10 euro. Quindi, se il lavoratore aveva maturato 10 anni di contributi, l’assegno che spetta ai superstiti è pari a 4.681 euro.

    Indennità per morte: presentazione della domanda

    Indennità per morte domandaPer ricevere le indennità ai superstiti, gli eredi devono presentare apposita domanda all’INPS, secondo una delle seguenti modalità:

    • online, autenticandosi con SPID, CIE o CNS al servizio dedicato (questo link per l’indennità per morte e questo per l’indennità una tantum);
    • rivolgendosi a un ente di patronato;
    • contattando il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile).

    Quando presentare la domanda?

    L’indennità per morte deve essere richiesta dai familiari entro un anno dalla morte del lavoratore assicurato, a pena di decadenza della stessa.

    Invece, la domanda per l’indennità una tantum può essere effettuata entro 10 anni dalla data della morte della persona assicurata.

    Quali sono i tempi di erogazione?

    Secondo quanto scritto sul sito web dell’INPS, i tempi di elaborazione della domanda sono di 30 giorni. Tuttavia, le tempistiche si possono allungare fino a due mesi.

Esperta di bonus e agevolazioni e con esperienza nel mondo della comunicazione. Cristina fa parte del team Il Mio Bonus da ottobre 2022 ed è a vostra disposizione se avete dubbi, domande o curiosità sul tema.


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La sua richiesta
  • Bonanno Salvatore

    Quando posso andare in pensione e quando mi spetta con 27 anni di contributi

    • Andrea

      Buon pomeriggio sig. Salvatore,
      ci sono tanti fattori personali che lo determinano. Per avere informazioni precise in merito alla sua situazione, può contattare l’INPS ai seguenti numeri: 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile).
      Un saluto

  • antonietta mangano

    chiedo come presentare domanda di pensione di reversibilità:
    Coniuge deceduto 14.02.2023 ancora non in pensione e dipendente di azienda privata con qualifica amministratore.
    Potreste darmi supporto?
    grazie
    Antonietta Mangano
    3357239447

    • Andrea

      Buongiorno sig.ra Antonietta,
      deve rivolgersi all’INPS ai seguenti numeri: 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile).
      Un saluto

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