Con l’arrivo di un nascituro in famiglia (o in caso di adozione) ai genitori spetta un periodo di astensione dal lavoro da passare con il bimbo. Questo periodo viene definito congedo parentale e, a differenza della maternità o paternità obbligatoria, è facoltativo. La nuova Legge di Bilancio 2023 ha introdotto delle novità, aumentando sia il periodo che la percentuale di retribuzione erogata. Il Mio Bonus ti spiega tutto sul congedo parentale: come funziona per le varie categorie di lavoratori, quanto dura e come richiederlo all’INPS.
Indice
Che cos’è il congedo parentale?
A differenza dei congedi obbligatori (sia di maternità che di paternità), in questo caso è una scelta libera. Per questo motivo, viene anche definito congedo facoltativo.
Esso può essere richiesto dai genitori in seguito al termine del congedo di maternità obbligatorio e fino ai 12 anni d’età del figlio.
Congedo parentale: novità
Dal 13 agosto 2022 sono entrate in vigore delle novità introdotte dal Decreto Legislativo 30 giugno 2022, n. 105.
Nello specifico, è stato aumentato il limite massimo del periodo di congedo parentale indennizzato, passando da 6 a 9 mesi complessivi. Invece, per i genitori soli, è stato innalzato a 11 mesi.
Inoltre, per la prima volta, questa misura viene riconosciuta anche ai padri lavoratori autonomi.
Infine, un’altra novità riguarda l’aumento dell’età massima del figlio come limite per poter fruire del congedo indennizzato. Questa, infatti, è passata da 6 anni a 12 anni.
Ma le novità non finiscono qui: dal 1° gennaio 2023 vengono introdotte nuove modifiche alla misura. Stavolta, però, le novità sono inerenti alla retribuzione.
A chi spetta il congedo parentale?
Il congedo parentale è concesso ad entrambi i genitori, naturali o adottivi/affidatari, purché siano lavoratori con un rapporto di lavoro in essere:
- dipendenti del settore privato;
- dipendenti del settore pubblico. Come riportato dalla Circolare INL n. 9550 del 6 settembre 2022, “salvo che non sia diversamente specificato, sono direttamente applicabili anche ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni”;
- iscritti alla Gestione Separata;
- autonomi.
Di conseguenza, questo periodo di astensione lavorativa non spetta ai genitori:
- disoccupati o sospesi;
- domestici;
- a domicilio.
Congedo parentale: quanto spetta?
Il periodo di astensione dal lavoro previsto dal congedo parentale viene indennizzato dall’INPS, anche se deve essere anticipato dal datore di lavoro in busta paga.
Sarà poi il datore di lavoro, tramite il conguaglio DM10 (da effettuare con il modello F24), a recuperare la somma anticipata.
Il periodo di congedo indennizzato viene riconosciuto fino agli 8 anni d’età del figlio. Gli ulteriori 4 anni, fino al raggiungimento dei 12 anni di età del bambino, non sono retribuiti.
È importante ricordare che questa indennità è diversa dal periodo di maternità e paternità obbligatorio, che prevede un’indennità dall’80% al 100% della retribuzione lavorativa.
Durata del congedo parentale: come funziona?
La durata del congedo parentale varia a seconda della tipologia di lavoratore e del tipo di fruizione, ovvero se il periodo viene fruito dai genitori separatamente o in maniera congiunta.
Tuttavia, il periodo complessivo può essere fruito non solo a mesi, ma anche a ore o a giorni.
Congedo parentale per lavoratori dipendenti
Il periodo di congedo parentale per i lavoratori dipendenti varia a seconda della composizione familiare, ovvero se viene usufruito da entrambi i genitori o solo da uno dei due:
- se entrambi i genitori si astengono: 10 mesi, di cui 9 indennizzati dall’INPS. I 10 mesi sono elevabili a 11 se il padre si astiene dal lavoro per un periodo continuativo non inferiore a 3 mesi. Nel caso di genitori con reddito sotto la soglia (ovvero, inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione AGO), i mesi di congedo indennizzati sono 10, elevabili a 11;
- per la sola madre: 6 mesi, di cui 3 indennizzati;
- per il solo padre: 6 mesi, di cui 3 indennizzati. I 6 mesi possono essere elevabili a 7 mesi, nel caso si astenga per un periodo continuativo non inferiore a 3 mesi.
Per quanto concerne il periodo di 9 mesi indennizzati, questi vengono distribuiti come segue:
- per la fruizione congiunta: 3 mesi indennizzati della madre + 3 mesi indennizzati del padre + ulteriori 3 mesi indennizzati per uno dei due genitori;
- se ne fruisce solo la madre: 3 mesi intrasferibili indennizzati;
- se ne fruisce solo il padre: 3 mesi intrasferibili indennizzati.
Congedo parentale per iscritti alla Gestione separata INPS
Per le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Gestione separata, il congedo parentale spetta nei seguenti casi:
- non sono titolari di pensione;
- non sono iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
- hanno versato la contribuzione maggiorata dello 0,72%.
Ciascun genitore iscritto alla Gestione separata ha diritto a 3 mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibili all’altro genitore. A questi 3 mesi, si possono aggiungere ad entrambi i genitori altri 3 mesi indennizzati, in alternativa tra loro. In totale, la coppia ha massimo 9 mesi di congedo parentale.
Congedo parentale per lavoratori autonomi
Ai genitori lavoratori autonomi, il congedo parentale spetta fino a 3 mesi a testa per ogni figlio. Questo periodo deve essere fruito entro il 1º anno di vita del figlio (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento).
In caso di autonomi, il periodo di congedo ha inizio:
- per la madre, dalla fine del periodo indennizzabile di maternità;
- nel caso del padre, dalla nascita o dall’ingresso in famiglia del figlio.
Congedo parentale per genitori soli
Infine, la legge prevede una tutela anche nel caso di “genitore solo”, ovvero di nuclei familiari monogenitoriali. Questo, in particolare, si verifica in caso di:
- morte o grave infermità dell’altro genitore;
- abbandono o mancato riconoscimento da parte di un genitore;
- affidamento esclusivo a un solo genitore.
Il periodo di congedo parentale per genitori soli è di:
- 9 mesi indennizzabili al 30% della retribuzione, da fruire entro i 12 anni di vita o dall’ingresso in famiglia;
- altri 2 mesi non indennizzabili, da fruire entro i 12 anni di vita o dall’ingresso in famiglia. Questi due mesi vengono retribuiti in caso di genitore con reddito sotto la soglia (ovvero, inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione AGO).
Come funziona per genitori di categorie lavorative differenti?
È comune che i genitori appartengano a tipologie lavorative diverse, secondo diverse combinazioni. In questo caso, ad ogni lavoratore vengono applicate le regole della propria categoria lavorativa.
Congedo parentale a ore
Per quanto riguarda la possibilità di fruire del congedo parentale a ore, vi sono pochi Contratti Collettivi che disciplinano questa modalità di fruizione.
Nello specifico, la fruizione del congedo parentale su base oraria può essere fruita in misura pari alla metà dell’orario medio giornaliero del periodo immediatamente precedente a quello di inizio del periodo di astensione.
Come presentare la domanda?
Il congedo parentale non è una prestazione automatica, per cui bisogna presentare apposita domanda all’INPS. Le modalità di presentazione della domanda sono:
- online nella sezione dell’apposito servizio, autenticandosi con SPID, CIE o CNS;
- contattando il Contact Center INPS, ai numeri 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (da rete mobile);
- rivolgendosi a un ente di patronato.