Quando si parla di disoccupazione, spesso ci si riferisce a due concetti diversi. Il primo è lo stato di una persona che ha perso il lavoro, mentre il secondo si riferisce alla prestazione erogata dall’INPS al disoccupato. Il Mio Bonus ti spiega tutto sulle indennità previste dall’INPS per i disoccupati: dalla NASpI alla Dis-Coll, passando dalle varie forme di redditi, come il Reddito di Cittadinanza.
Indice
Disoccupazione: il concetto
Partendo dalla premessa di sapere cosa significa essere disoccupato, molto probabilmente si può affermare che si tratta di una persona senza lavoro. Invece, se si vuole essere più precisi, è necessario specificare che si tratta di una persona che ha perso il lavoro.
Infatti, il concetto di “disoccupato” si differenzia dai concetti di “inoccupato” e “inattivo” proprio perché nel primo vi è la mancanza, al momento, di un lavoro, ma bisogna anche aver avuto almeno un contratto di lavoro in passato.
Questa distinzione diventa fondamentale nel momento in cui un cittadino vuole sapere se può usufruire di alcune misure di sostegno al reddito.
Disoccupazione: quando si diventa disoccupati?
Le indennità di disoccupazione proteggono e sostengono i lavoratori quando perdono il lavoro. La disoccupazione è corrisposta per un periodo limitato, la cui durata dipende dai giorni lavorati, mentre l’importo è pari ad una parte dello stipendio ricevuto in passato.
Disoccupazione involontaria
Lo status di disoccupazione può essere “involontario“. Ciò significa che il lavoratore deve aver perso il suo lavoro per licenziamento da parte del datore di lavoro e non per le proprie dimissioni. È irrilevante il motivo del licenziamento, purché non sia avvenuto di sua volontà (ad esempio, per motivi disciplinari).
Dimissione per giusta causa
La disoccupazione comprende anche le dimissioni per giusta causa, cioè il licenziamento volontario ma scaturito da un comportamento scorretto del datore o dell’ambiente di lavoro. Si pensi al caso dell’azienda che non paga lo stipendio (devono essere diversi mesi di stipendio e non uno solo) al dipendente, o che lo paga in costante ritardo (deve essere un ritardo significativo e non solo qualche giorno). Anche alcune condotta, quali mobbing e violenza, sono determinanti per le dimissioni per giusta causa.
Cosa spetta al disoccupato?
Lo status di disoccupato è il requisito principale per accedere agli ammortizzatori sociali attivabili in caso di disoccupazione involontaria.
Oltre a ciò, vi sono altri requisiti che devono essere soddisfatti dai lavoratori disoccupati. Sulla base di questi potranno, infatti, accedere a determinate indennità oppure ad altre.
Esempi di requisiti per poter beneficiare delle misure di sostegno ai disoccupati sono il reddito annuo, il valore ISEE e il periodo lavorato prima di diventare disoccupati.
Indennità di disoccupazione NASpI
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’indennità di disoccupazione attualmente in vigore in Italia. Introdotta dal decreto legislativo n. 22 del 4 marzo 2015, ha sostituito le misure di disoccupazione precedenti, ASpI e MiniASpI.
La NASpI è una prestazione concessa dall’INPS e consiste in un assegno mensile per una durata pari alla metà delle settimane di contributi degli ultimi 4 anni, fino a un massimo 24 mesi.
Quali sono i requisiti della NASpI?
Per poter presentare domanda di disoccupazione, il lavoratore deve soddisfare i seguenti requisiti:
- stato di disoccupazione, ovvero perdita del lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà;
- requisito contributivo, che consiste in 13 settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti l’inizio della disoccupazione.
Come si calcola la NASpI?
Il calcolo dell’indennità di disoccupazione si calcola sommando tutte le retribuzioni imponibili ricevute negli ultimi 4 anni e dividendo il risultato per il numero di settimane di contribuzione. Il risultato ottenuto deve essere moltiplicato per il coefficiente 4,33.
In base al risultato ottenuto si presentano due casi:
- se il risultato del calcolo è pari o inferiore a 1.250,87 euro mensili, l’importo della NASpI è pari al 75% della suddetta retribuzione;
- se, invece, il risultato è superiore a 1.250,87 euro, al 75% verrà aggiunto un importo pari al 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo.
Come sospendere la NASpI se si trova lavoro?
Innanzitutto, è necessario chiarire la differenza tra sospensione e decadenza.
- La decadenza è la perdita definitiva del diritto, che si verifica, per esempio, quando si trova un nuovo lavoro a tempo indeterminato o determinato.
- La sospensione, invece, è una misura temporanea della NASpI che si verifica, per esempio, quando si trova un lavoro per meno di sei mesi e non si supera una soglia di reddito pari a 8.145 euro annui. In questo caso, la NASpI è interrotta solo per la durata del contratto di lavoro e riprende alla fine senza presentare una nuova domanda.
NASpI: quando arrivano i pagamenti?
Una domanda che tutti i richiedenti della disoccupazione si pongono al momento della presentazione della domanda è: “quando arrivano i soldi della NASpI?”. Questa misura di sostegno, pur essendo a cadenza mensile, non ha una data precisa per la sua erogazione.
Inoltre, la data di pagamento della prima mensilità dipende da una serie di fattori come:
- la data di presentazione della domanda di disoccupazione;
- il periodo di applicabilità della NASpI;
- l’ufficio territoriale a cui viene presentata la domanda di disoccupazione;
- il motivo del licenziamento.
NASpI e Partita IVA?
La disoccupazione per i lavoratori autonomi, ovvero con Partita IVA, è regolata dall’INPS attraverso la NASpI.
Infatti, è possibile richiedere l’indennità di disoccupazione mensile anche se si ha, in parallelo, la Partita IVA già aperta.
Questa categoria di lavoratori deve specificare, al momento della domanda, che è in possesso di Partita IVA. Inoltre, per la concessione della NASpI, è necessario anche dichiarare il reddito annuo presunto. Sulla base di ciò:
- se il reddito annuo presunto è pari a 0 euro, verrà concessa la NASpI nella sua totalità;
- se si dichiara un reddito annuo non superiore a 4.800 euro, allora la NASpI subirà una riduzione dell’80%.
DIS-COLL
A differenza della NASpI, l’indennità mensile di disoccupazione Dis-Coll è una prestazione che permette di sostenere i collaboratori coordinati e continuativi, i cosiddetti co.co.co, non pensionati e senza partita IVA, e che hanno perso involontariamente il lavoro.
I dipendenti involontariamente disoccupati, se soddisfano i requisiti minimi di contribuzione, possono accedere ad un’indennità di disoccupazione calcolata sulla base del reddito medio percepito nell’anno di cessazione e nell’anno solare precedente.
La prestazione Dis-Coll si rivolge a specifiche categorie di lavoratori: i lavoratori che sono di fatto esclusi dalla NASpI, e che sono impegnati in attività continuative. In questo caso, i beneficiari della Dis-Coll che lavorano come collaboratori coordinati continuativi, e anche i lavoratori a progetto che perdono il loro lavoro, sono ammissibili.
Questa categoria comprende anche gli assistenti di ricerca e i dottorandi che lavorano con una borsa di studio, a condizione che abbiano perso involontariamente il loro lavoro.
Cassa Integrazione (CIG)
La Cassa Integrazione è una delle principali tutele sociali previste dalla legge ed è gestita dall’INPS o dall’INPGI.
Esistono tre tipi di Cassa Integrazione:
- CIGO (Cassa Integrazione guadagni Ordinaria), destinata ai lavoratori assunti con un contratto di lavoro subordinato (compresi gli apprendisti con contratto di apprendistato professionale) e dove sono esclusi i dirigenti e i lavoratori a domicilio;
- CIGS (Cassa Integrazione guadagni Straordinaria), interviene per eventi temporanei, come ristrutturazione o riorganizzazione aziendale;
- CIGD (Cassa Integrazione guadagni in Deroga), concessa solo ad alcuni settori ed imprese escluse dalle due Casse precedenti.
Disoccupazione Agricola
La Disoccupazione agricola è un’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS e spetta ai lavoratori del settore agricolo, che sono iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli.
Questa tipologia di disoccupazione è rivolta a coloro che hanno lavorato almeno 102 giorni nel biennio precedente alla domanda, svolgendo attività in linea con la propria professione.
La domanda di disoccupazione agricola si presenta all’INPS entro il 31 marzo di ogni anno e l’indennità corrisponde al 40% della retribuzione per gli operai a tempo determinato e al 30% per quelli a tempo indeterminato.
Di solito, l’indennità di Disoccupazione agricola arriva a partire dal mese di luglio e viene erogata in un’unica soluzione.
Bonus SaR
Il Bonus SaR, conosciuto anche come Sostegno al Reddito, è un’indennità che spetta ai lavoratori in stato di disoccupazione e che avevano un contratto in somministrazione.
Oltre a trovarsi in tale condizione, per beneficiare dell’indennità i soggetti devono possedere i seguenti requisiti:
- essere disoccupato da almeno 45 giorni e aver maturato almeno 110 giorni di lavoro (oppure 440 ore in caso di lavoro part-time), durante l’ultimo anno dall’ultimo giorno di lavoro in somministrazione;
- trovarsi in stato di disoccupazione da almeno 45 giorni e aver concluso la procedura in Mancanza di Occasioni di Lavoro (MOL);
- essere disoccupato da almeno 45 giorni e aver maturato almeno 90 giorni di lavoro (oppure 360 ore in caso di lavoro part-time), durante l’ultimo anno dall’ultimo giorno di lavoro in somministrazione.
Reddito di Cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza è una misura di sostegno per le famiglie, con lo scopo di combattere la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico introdotto nel 2019.
L’importo previsto, che non può superare i 9.360 euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza, viene erogato una volta al mese su una carta, denominata Carta Reddito del Cittadinanza.
La somma di denaro versata sulla Carta Reddito di Cittadinanza deve essere fruita entro il mese successivo a quello di erogazione. L’importo rimanente verrà sottratto nella mensilità successiva, nei limiti del 20% del beneficio erogato.
Reddito di Cittadinanza e Bonus Assunzioni
I datori di lavoro privati che assumono beneficiari del Reddito di Cittadinanza con un contratto a tempo pieno e indeterminato hanno diritto ad un’esenzione contributiva. Questo sgravio fiscale riguarda i contributi previdenziali pagati dall’azienda e dal lavoratore.
Il Bonus Assunzione permette ai datori di lavoro di ottenere un esonero dai contributi, fino all’importo mensile del Reddito di Cittadinanza percepito dal lavoratore e, in ogni caso, non superiore a 780 euro al mese (e non inferiore a cinque mensilità). La durata dell’esonero sarà uguale alla differenza tra 18 mesi di stipendio e i pagamenti mensili del Reddito di Cittadinanza.
Al momento dell’assunzione, il datore di lavoro può firmare, se necessario, un patto di formazione con il Centro per l’Impiego, con il quale garantisce al nuovo dipendente un corso di formazione o di riqualificazione professionale.
Altri tipi di redditi non più in vigore
Reddito di Emergenza
Il Reddito di Emergenza (abbreviato in REm) era una forma di aiuto economico introdotta per sostenere i cittadini in difficoltà che non avevano accesso ad altri aiuti, come il Reddito di Cittadinanza. Consisteva in una somma che poteva andare dai 400 agli 840 euro, a seconda della composizione del nucleo familiare e del valore dell’ISEE.
Reddito di Inclusione
Come il Reddito di Emergenza, anche il Reddito di Inclusione (REI) non può più essere richiesto e, a partire dal mese d’aprile , non viene più riconosciuto o rinnovato.
Gli aiuti economici offerti variavano a seconda della dimensione numerica della famiglia richiedente ed erano anche proporzionali alle sue risorse.
Il Reddito di Inclusione prevedeva inoltre un progetto personalizzato: il richiedente doveva cioè accettare un servizio di inserimento sociale e professionale realizzato dai servizi sociali del comune, in collaborazione con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole, gli enti privati e le organizzazioni non profit.
Garanzia Giovani
Il programma Garanzia Giovani è un’iniziativa messa in atto dall’Unione Europea con lo scopo di combattere la disoccupazione giovanile.
È rivolta ai giovani residenti in Italia di età compresa fra i 15 e i 29 anni che, al momento dell’iscrizione, non stanno lavorando, studiando né svolgendo nessun tirocinio.
L’obiettivo di Garanzia Giovani è quello di inserirli o avvicinarli al mondo del lavoro attraverso un percorso in linea con il profilo di ciascun giovane. Tutto questo deve avvenire entro 4 mesi dall’adesione al programma.